God Save the Queer by Michela Murgia

autore:Michela Murgia [Murgia, Michela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2022-10-03T12:00:00+00:00

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Un’altra Trinità è possibile

Una volta ho avuto sintomi riconducibili a quella che chiamano sindrome di Stendhal. È un disturbo psicosomatico temporaneo che provoca tachicardia, capogiri, vertigini, disorientamento e allucinazioni in soggetti esposti a opere d’arte particolarmente suggestive, soprattutto se in luoghi chiusi. Lo stato mentale di chi ne è colpito ha analogie con gli attacchi di panico e con l’ansia, ma può essere assimilato alla condizione estatica. Non essendo classificata come un’effettiva sindrome nel manuale delle patologie della mente, a seconda di quanto si è cinic3 la si può considerare un disturbo immaginario o una specie di malattia delle emozioni; in ogni caso resta un’avvisaglia del fatto che la bellezza va presa sul serio, perché può contenere una verità perturbante.

Credo di aver visitato la maggioranza dei piú bei musei d’Europa e non mi è mai successo nulla di simile. L’unica volta che ho provato la sindrome di Stendhal ero in una libreria religiosa a Oristano e stavo guardando una dozzinale copia su tavola dell’icona russa piú famosa al mondo. La proprietaria del negozio, vedendomi fissare l’oggetto con occhi forse spiritati, commentò compiaciuta: «Bella, vero? È la Trinità». Poi aggiunse: «Per essere su noce costa solo quarantamila lire».

Era la prima volta in vita mia che guardavo la Trinità di Rublëv. Vista, l’avevo vista spesso su qualche immaginetta, ma non avevo capito che cosa rappresentasse, perché i soggetti del dipinto non somigliano nemmeno di striscio a quelli con cui di solito è raffigurata la triade divina. L’avevo sempre trascurata, e considerata solo l’effigie di qualche santo della Chiesa orientale che non conoscevo, o di angeli a caso, figure che non mi erano mai interessate granché nel mio percorso di fede, nonostante io porti il nome del principe delle milizie celesti. Incorrere nell’equivoco era facile, dato che Rublëv, monaco e teologo del 1400, per dipingerlo si è in effetti ispirato all’episodio biblico delle querce di Mamre, dove Abramo e Sara anziani ricevettero l’annuncio di una delle gravidanze miracolose di cui è piena la Bibbia, dato da tre misterios3 messagger3 ne3 qual3 il vecchio patriarca ebbe la prontezza di spirito di riconoscere la presenza stessa del Signore Iddio e a3 qual3 fece preparare un pranzo a base di vitello.

Negli anni ho studiato quell’immagine da ogni punto di vista, imparando che la sovrapposizione simbolica tra i tre esseri angelici dell’episodio delle Scritture e le Persone della Trinità è in realtà acuta sia teologicamente sia artisticamente. Rublëv il teologo sapeva bene che il passo che stava dipingendo è l’unico nella Bibbia in cui l’incontro tra un umano e il volere di Dio avviene attraverso la visita di tre persone. Rublëv l’artista però sapeva altrettanto bene che provare a rappresentare in maniera realistica un incontro cosí mistico era impossibile senza risultare puerili. Nel Quattrocento la pessima abitudine di disegnare la Trinità come la triade di due maschi e un uccello non era ancora invalsa, e se Rublëv l’avesse potuta profetizzare ne sarebbe stato con ogni probabilità inorridito.

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